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Visualizzazione dei post da maggio, 2024

Risposte alle domande di pagina 549

 Pag. 549 1.In sintesi, la conseguenza principale della riduzione del mondo dell'esperienza a rappresentazione in Fichte è che l'Io diventa il principio fondamentale e creatore di tutta la realtà fenomenica. Questo sottolinea il ruolo attivo del soggetto nella costituzione del mondo e elimina qualsiasi dualismo tra soggetto e oggetto, postulando invece una loro originaria unità nell'attività dell'Io. 2.Per Johann Gottlieb Fichte, l'Io puro (o Io assoluto) è considerato un principio ontologico oltre che logico, in quanto costituisce sia la base della realtà (ontologia) sia il fondamento del pensiero e della conoscenza (logica). 3. In sintesi, per Fichte, l'Io pone il non-Io necessariamente perché è una condizione imprescindibile per la costituzione della coscienza, l'espressione della libertà, la realizzazione dell'autocoscienza e la struttura della conoscenza. Questo processo è parte integrante della sua filosofia trascendentale, che vede l'Io come p

Fichte

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  Johann Gottlieb Fichte Il filosofo Fichte sostiene che   l'Io è un processo creativo e infinito  e che si articola in  tre momenti :  1. Tesi , dove l 'Io pone sé stesso  e si rivela come  attività autocreatrice    2.  Antitesi , dove l' Io pone il non-Io  e  produce l'altro da sé come oggetto e ostacolo                         indispensabile alla sua attività 3. Sintesi , dove l 'Io oppone all'io divisibile un non-Io divisibile ,  si particolarizza nei singoli io empirici e finiti contrapposti alle cose del mondo Inoltre Fichte afferma che  la natura e il mondo non possono esistere in modo indipendente dall'Io , in quanto quest'ultimo ->  pone il non-Io e si determina come io empirico grazie all'immaginazione produttiva. Il  compito dell'uomo  quindi è quello di  affermare la propria libertà ; infatti il  mondo esiste: -  in funzione dell'uomo -  e del suo autoperfezionamento  -> primato della vita morale rispetto a quella teoretica.

Il problema estetico nella Critica del giudizio

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   IL PROBLEMA ESTETICO DELLA CRITICA DEL GIUDIZIO Nella critica del giudizio Kant  analizza la facoltà del sentimento  (ovvero la facoltà del giudizio), intesa come  organo dei giudizi riflettenti. Essi si distinguono ->  in giudizi estetici e giudizi teleologici                               ->  dai giudizi determinanti , dell'intelletto, che  "determinano" l'oggetto                                                 fenomenico unificando il molteplice attraverso le  categorie                                                           dell'intelletto Nell'opera si afferma che il  giudizio estetico nasce dal sentimento , di piacere o dispiacere ed è: contemplativo e disinteressato universale Infatti in  tutti  gli  uomini  esiste un  senso comune , il quale  coglie l'accordo tra l'immagine della cosa e le nostre esigenze di  unità e finalità. La bellezza non è nelle cose ma nel soggetto che la percepisce. Il  sublime è il sentimento dell'illimit

Il problema della morale nella Critica della ragion pratica

 Il problema della morale nella Critica della ragion pratica Nella  Critica della ragion pratica   si afferma che la  legge morale è un " fatto della ragione": è incondizionata e universale ha la  forma del "comando"  -> deve contrastare la sensibilità e gli impulsi egoistici dell'uomo La  ragion pratica coincide  con la  volontà  ->   facoltà che permette di agire sulla base di principi normativi: -  Le massime ->  prescrizioni di carattere soggettivo -  Gli imperativi ->  prescrizioni di carattere oggettivo (comandi morali -> guidano il comportamento)                         ->  imperativi ipotetici ,  prescrivono un'azione in base a un certo scopo o obbiettivo che l'individuo desidera raggiungere -> imperativi categorici , comandi morali incondizionati che si basano sul dovere morale Kant sostiene anche l'azione è morale quan