Domande pag.340,344,347 e 348

 1. L'obbiettivo principale nella filosofia di Hume è di disegnare una nuova scena del pensiero, tesa a cambiare l'approccio tradizionale ai problemi filosofici.

2. La percezione è l'unica fonte della conoscenza.

3. Le impressioni e le idee sono frutto delle medesime percezioni,tutte le idee devono essere ricondotte alle loro impressioni originarie.


Pag. 344

1.Il principio di associazione delle idee opera attraverso i tre criteri della somiglianza, della contiguità e della causalità. Esso è il principio grazie al quale gli uomini possono conoscere e ragionare. 

2. Le conoscenze possono ambire a una conoscenza probabile.

3. Il salto logico alla base del principio di causalità consiste nel attribuire la nozione di cause a un dato fenomeno. 

Pag.347

1. L'abitudine ci porta a ritenere che il mondo fisico sia retto da principi universali e che il suo comportamento generale sia regolare costante.

2. La credenza  è un sentimento naturale, un istinto che ci spinge a dare il nostro assenso alle impressioni,dotate di maggiore forza e vivacità rispetto alle idee.

La sua funzione nella vita umana è quella di permettere all'uomo di orientarsi nella vita, anche in assenza di conoscenze assolute.

3. Il concetto di sostanza secondo Hume si suddivide in sostanza materiale, dove la nostra mente percepisce soltanto le impressioni di singole qualità delle cose,  e in sostanza spirituale, rappresentata dall'io.

Pag.348

1. Secondo David Hume, filosofo scozzese del XVIII secolo, c'è una differenza fondamentale tra proposizioni descrittive (o "è") e proposizioni prescrittive (o "deve essere"). Hume sostenne che non si può dedurre una proposizione prescrittiva da una descrittiva solo sulla base della logica. Questo concetto è spesso riassunto nell'osservazione che non si può "trarre un 'dovrebbe' da un 'è'".

Hume sosteneva che le proposizioni descrittive riguardano semplicemente fatti o stati di cose nel mondo, mentre le proposizioni prescrittive riguardano giudizi di valore o normativi su come le cose dovrebbero essere. Egli credeva che ciò che è il caso (descrittivo) non può, in sé stesso, giustificare ciò che dovrebbe essere il caso (prescrittivo).

Questo concetto è noto come l'argomento di Hume contro l'infondatezza dell'inferenza dalla descrizione alla prescrizione. In altre parole, Hume affermava che non si può derivare un imperativo morale (ciò che dovrebbe essere fatto) semplicemente da osservazioni sul mondo (ciò che è fatto).

La ragione fondamentale dietro questa distinzione risiede nella natura stessa della logica e delle proposizioni. Hume credeva che le proposizioni descrittive fossero soggette a verifica empirica, mentre le proposizioni prescrittive dipendessero da valutazioni soggettive o da considerazioni etiche. Pertanto, il passaggio dall'una all'altra richiederebbe più di una semplice deduzione logica; richiederebbe un'istanza aggiuntiva di giudizio o valutazione.

2. Per David Hume, il senso morale è centrale nel suo pensiero etico. Tuttavia, la sua concezione del senso morale è diversa da quella di altri filosofi. Hume non lo considera come un'istanza razionale o come un insieme di principi etici innati, ma piuttosto come un insieme di sentimenti e passioni umane.

Hume ritiene che il senso morale sia basato sull'emotività e sull'empatia piuttosto che sulla ragione. Egli argomenta che i giudizi morali non derivano da deduzioni logiche o da principi universali, ma piuttosto dalle nostre reazioni emotive e dal nostro sentimento di simpatia o antipatia nei confronti delle azioni umane.

Secondo Hume, quando osserviamo o riflettiamo su un'azione, non deduciamo razionalmente se sia giusta o sbagliata, ma piuttosto sperimentiamo un'immediata reazione emotiva. Queste reazioni emotive costituiscono il fondamento del nostro senso morale. Ad esempio, se assistiamo a un atto di generosità, potremmo provare un sentimento di approvazione, mentre se assistiamo a un atto di crudeltà, potremmo provare disgusto o disapprovazione.

Quindi, per Hume, il senso morale non è basato su principi razionali o su regole universali, ma piuttosto sulla nostra sensibilità emotiva e sulla nostra capacità di provare empatia e simpatia verso gli altri. Questa prospettiva influenzerà anche la sua critica all'idea di derivare giudizi morali solo dalla ragione, come evidenziato nel suo argomento contro l'inferenza dalla descrizione alla prescrizione.

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